Cos’hai nella testa?
Abitare l’immaginario dei giovani con l’Arteterapia
In un percorso di Arteterapia la prestazione non conta, non è valutata; nell’atelier i ragazzi possono sentirsi liberi di sperimentare tutti i materiali a disposizione, assecondando il proprio interesse e soprattutto il piacere che si prova nel manipolare, nel dare forma e colore a pensieri ed emozioni.
L’ATELIER, UN LUOGO SPECIALE
Stare in atelier significa prendersi il tempo per respirare, per elaborare in maniera personale ciò che si vive fuori, nelle situazioni stressanti del quotidiano. Questo clima di accoglienza e di non giudizio crea condizioni favorevoli per ridurre la pressione, per liberare la mente da pensieri opprimenti, per ristabilire un contatto con le proprie emozioni. I materiali dell’arte si offrono come strumenti per raccontarsi e per rendere visibili i pensieri, le preoccupazioni, i sogni.
Soltanto accogliendo i vissuti più faticosi sarà possibile conoscerli meglio e dare loro una dimensione circoscritta, che non invada tutti gli ambiti della vita. In atelier questo si fa concretamente, lavorando proprio sull’emozione che diventa oggetto da manipolare. Ed è sempre con grande stupore che in atelier ci si rende conto che siamo in grado di fare molto più di ciò che crediamo, e che a volte basta avere a disposizione uno spazio dedicato e una persona che si cura di noi per tornare ad innamorarsi di sé.
L’ARTETERAPEUTA
è un compagno di viaggio che non giudica, che accoglie e aspetta, che instaura con l’utente una relazione di fiducia all’interno della quale sia possibile sentirsi al sicuro. Soltanto quando la persona in cura sente di potersi fidare, aprirà la porta all’arteterapeuta, che potrà co-abitare l’immaginario del paziente per aiutarlo a comprenderlo. Il viaggio si fa insieme e insieme si scoprono emozioni e pensieri; si dà loro un senso, per sentirsi più leggeri e per riuscire a guardare avanti con serenità.
L’ARTETERAPIA
Curare l’immaginario significa identificare e custodire immagini personali buone, che possiamo sentire come il nostro habitat, come il porto sicuro verso il quale tornare con la mente; anche quando attraversiamo una tempesta, come l’adolescenza per esempio.